1) © Noemi Morrone; Fonte: ASOP - Archivio Storico Opera Pizzigoni
2) Proprietà: ASOP - Archivio Storico Opera Pizzigoni, busta 1, serie 1, fascicolo 28, foto AF689
FONDATRICE
DELLA SCUOLA RINNOVATA
ALLA SCUOLA DEL POPOLO
HA DATO TUTTA SE STESSA
PORTANDOVI
UN NUOVO SOFFIO DI VITA
PRECORRENDO
CON GENIALE INTUITO
RIFORME E SISTEMI
ISTRUENDO EDUCANDO
LE NUOVE GENERAZIONI
A - Ω
23-3-1870 - 4-8-1947
Il monumento sulla tomba di Giuseppina Pizzigoni è costituito da un’edicola rettangolare in granito nero di Anzola; all’interno, su un piedistallo iscritto, campeggia il busto in bronzo della maestra milanese. Incisa a caratteri riempiti di pigmento oro, l’iscrizione celebra la «fondatrice della Scuola Rinnovata» quale precorritrice di «riforme e sistemi» didattici innovativi. Spentasi il 4 agosto 1947, la Pizzigoni fu tumulata al Cimitero Maggiore di Milano (Foto 2). Nel 1957, nella circostanza del decennale della morte, lo psichiatra e neurologo Eugenio Medea, che presiedeva l’Opera Pizzigoni (l’associazione per la diffusione del metodo Pizzigoni), chiese al sindaco di Milano Virgilio Ferrari la traslazione della salma dell’educatrice dal Cimitero Maggiore al Famedio del Cimitero Monumentale; nella lettera di istanza Medea spiegò: «Giuseppina Pizzigoni [...] merita questo onore perché la sua opera, indubbiamente conosciuta dalla S.V. Ill.ma che di Milano è degno figlio e degno capo, non è seconda a quella di molte altre illustri persone che nel Civico Famedio sono ricordate e in particolare dei benemeriti della scuola fra i quali figura ben degnamente il nome di Giulio Tarra» (ASOP - Archivio Storico Opera Pizzigoni). Il presidente dell’Opera allegò alla domanda una relazione sulla biografia della Pizzigoni, a illustrazione, oltre che delle attività da lei svolte, delle idee che informarono il metodo di sua ideazione: «Il valore dell’opera di Giuseppina Pizzigoni [...] si manifestò nella concezione e nell’attuazione del metodo di lavoro instaurato nella sua Scuola. Giuseppina Pizzigoni volle una scuola nella quale l’attività del fanciullo avesse il primato, e il suo bisogno di moto e di espansione fosse guidato e diretto a uno scopo [...]. Il metodo di Giuseppina Pizzigoni vuole infatti che la fonte di ogni apprendimento siano l’osservazione e l’esperienza personale del fanciullo, valendosi non di materiale artificioso, ma del lavoro e della vita spontanea che il fanciullo trascorre nella scuola» (Archivio dell'Area Servizi Funebri e Cimiteriali del Comune di Milano). La relazione includeva una rassegna di giudizi di ammirazione per la Pizzigoni che personalità di spicco della pedagogia e della scuola – come Giovanni Gentile, Giuseppe Lombardo Radice, Luigi Volpicelli e Giovanni Calò – avevano lasciato nell’album dei visitatori illustri. L’Amministrazione comunale meneghina, accolta la richiesta, provvide alle spese di esumazione e ritumulazione. Il 21 maggio 1958 si svolse la cerimonia per l’ammissione della Pizzigoni agli onori del Famedio milanese. Sulla scorta del plauso riscosso dall’iniziativa l’Opera aprì una sottoscrizione per l’erezione del monumento funebre. L’esecuzione dei lavori fu affidata ad Angelo Ferreri, ex alunno della Rinnovata. All’epigrafe dettata da Medea furono aggiunte, su richiesta dello scultore, le parole di qualifica “fondatrice della Scuola Rinnovata”. Il monumento fu inaugurato il 1° novembre 1958.
Commemorato
Fonti
- ARCHIVIO DELL’AREA SERVIZI FUNEBRI E CIMITERIALI DEL COMUNE DI MILANO, Cimitero monumentale, fascicolo «Giuseppina Pizzigoni»
- ASOP - ARCHIVIO STORICO OPERA PIZZIGONI, busta 1, serie 1, fascicolo 28
- G.C. Pico, Giuseppina Pizzigoni al Famedio, «Scuola Italiana Moderna», a. LXII, n. 22, 20 giugno 1958, p. 12