© Chiara Martinelli
DIÈ VITA E SAPIENTE ORDINAMENTO
A QUESTO ISTITUTO
GINNASIALE TECNICO ED ELEMENTARE,
CHE PER VENTI ANNI RESSE
CON ASSIDUA CURA ED EFFICACE,
CON AMOROSA AUTORITÀ DI PADRE.
GLI INSEGNANTI
VOLLERO QUI RICORDATO IL SUO NOME
AD ONORANZA E AD ESEMPIO
GIUGNO MDCCCLXXXVII
La lapide a Giovanni Procacci fu un tributo alla sua memoria resogli dagli insegnanti delle Scuole Ginnasiali, Tecniche ed Elementari Comunali di Pistoia nel giugno 1887, un mese dopo la sua scomparsa. Come ricorda l’epigrafe, Procacci fu, oltre che insegnante presso il Liceo Niccolò Forteguerri, direttore delle Scuole Ginnasiali, Tecniche ed Elementari del Comune di Pistoia: e infatti «diè vita e sapiente ordinamento a questo istituto ginnasiale, tecnico ed elementare». Nominato nel 1867 membro della Commissione Municipale per il riordinamento del Ginnasio, Procacci venne chiamato a normare quegli studi sulla base del Regolamento statale del 1865. In quello stesso anno, provvide a proporre e fondare le Scuole Tecniche Comunali. Eletto direttore delle Scuole Ginnasiali, Tecniche ed Elementari Superiori nel 1868, Procacci resse la carica fino alla morte, avvenuta nel 1887: un periodo di diciannove anni che la lapide approssima a venti – e infatti troviamo scritto che «per venti anni resse con assidua cura» gli Istituti. Nel corso del trasporto funebre, avvenuto il 19 maggio 1887, presero la parola le seguenti persone: l’avvocato e consigliere comunale Dino Camici; il preside del Liceo, Tommaso Sanesi; Egisto Pancani, suo successore nella carica di Direttore; gli alunni di terza e prima liceo Ireneo Sanesi e Peleo Bacci; Giuseppe Sabatini, professore del Liceo Forteguerri. La lapide venne dettata da Egisto Pancani, che, durante il discorso funebre, ricordava le difficoltà incontrate da Procacci nel riordinamento delle scuole cittadine: «Ho sempre innanzi al pensiero e alla memoria quando tu, amico carissimo, titubante desti di piglio al timone della sfasciata nave per ridurla salva nel porto […]: ho misurato le tue pene per ogni difficoltà che insorgeva, ho contato i tuoi palpiti di gioia per ogni ostacolo superato. E finalmente giungesti colla tua meravigliosa longanimità, colla tua calma insistente colla tua studiata arrendevolezza all’intento, che ti eri prefisso» (Giovanni Procacci, 1887, pp. 1-2).
Commemorato
Fonti
- Giovanni Procacci, «Il Paese», 25 Maggio 1887, pp. 1-3
- D. Camici (a cura di), Per Giovanni Procacci. XVIII Maggio MDCCCLXXXVIII, Pistoia, Tip. Cino dei F.lli Bracali, 1888