Nicoletta Costa, Margherita non ne può più, © 1999, Emme Edizioni, pp. 29; 33.
In questo albo, l’illustratrice triestina Nicoletta Costa, autrice di numerose storie per i piccoli lettori, vincitrice di molti premi e ideatrice di noti e amati personaggi come Giulio Coniglio, la nuvola Olga, la strega Teodora e l’albero Giovanni, presenta di nuovo le avventure della maestra Margherita, già conosciuta in Margherita maestra dormigliona (Emme Edizioni, 1997) e poi in Margherita maestra innamorata (Emme Edizioni, 1998). Anche stavolta Margherita, maestra pasticciona, è sopraffatta dagli eventi: nottetempo il gatto Michele le ha combinato una serie di guai, spargendo persino la tempera sul registro scolastico lasciato sul tavolo di cucina, e la notte per l’insegnante è trascorsa insonne. Al mattino, complice un acquazzone, Margherita giunge a scuola trafelata e i suoi alunni, solitamente giudiziosi, battono impazienti i piedi sul pavimento, chiacchierano, masticano la gomma. É proprio una pessima giornata, come notiamo nella prima illustrazione selezionata, dove quattro scolari seduti ai banchi sono intenti a giocare e nell’aula l’indisciplina regna sovrana. Nella seconda illustrazione, Margherita, ormai sconfortata, è seduta in cattedra e piange a dirotto per i rimproveri ricevuti da Lucia la bidella, secondo la quale non è il caso di presentarsi alla riunione delle maestre con «quei terribili capelli arruffati» e la «maglietta tutta sporca di marmellata» (p. 32). Una bimba sembra osservarla curiosa. Le due immagini scelte, insieme alle molte altre presenti nel libro, tutte connotate dal tratto infantile che è l’inconfondibile cifra stilistica della Costa, inscenano una sorta di scuola al contrario, nella quale, sul filo della comicità, emergono l’umanità ed anche la fragilità della maestra e sono gli allievi a prendersi cura dell’insegnante, sfatando un cliché che attribuisce irreprensibilità e compostezza al ruolo magistrale. Il racconto termina infatti con i piccoli allievi che consolano Margherita e le consentono di recuperare energie addormentandosi con la testa sul tavolo, mentre compongono i pensierini sugli animali che erano stati richiesti loro.
Da notare che l’efficace apparato iconografico del libro, qui con funzione selettiva in relazione a una scelta di momenti salienti della narrazione, riveste un ruolo di primo piano tanto quanto il testo verbale, di cui è autrice la stessa Costa.