Lo sceneggiato televisivo, ambientato a Roma nei primi anni Novanta, ha per protagonista una quarantenne benestante, Marianna Marini (Melato), donna di origini milanesi con un passato da ballerina di danza classica. In un momento di crisi con il marito Andrea (Fantastichini), affermato regista televisivo, decide di rimettere in gioco la propria vita presentando domanda di supplenza come insegnante di liceo, pur avendo lavorato a scuola per soli 6 mesi nel 1973.
Grazie all’intermediazione dell’amica Evelina (Boris), viene chiamata come supplente temporanea di cultura italiana in un liceo scientifico di una borgata periferica romana. Si scontra subito con una scuola selettiva, astratta, incapace di ascoltare, accogliere e rispondere alle aspettative e ai bisogni degli adolescenti che la frequentano, tanto da definirla improntata a «formalità militaresche». Cerca di fare del suo meglio per rinnovare dall’interno prassi educative e didattiche ormai consolidate da tempo, interrogandosi costantemente sulle proprie scelte esistenziali e professionali, mostrando particolare attenzione alle finalità educative della professione docente.
La classe in cui lavora è composta da ragazzi e ragazze provenienti dalle famiglie del luogo, scarsamente motivati a frequentare la scuola. L’aula è disadorna e poco spaziosa, con graffiti sulle pareti e un arredamento piuttosto datato.
Marianna Marini, dopo essersi ambientata in un contesto a lei del tutto estraneo, inizia ad occuparsi delle sorti di due allievi difficili, la cui vita è costantemente messa in gioco: Paolo (detto Spillo) è eroinomane e sosta da tempo fuori dalla scuola, senza più entrare a lezione; Samantha (di Mariano), ragazza silenziosa dall’aspetto appariscente, rischia di finire nel giro locale della prostituzione.
Paolo morirà di overdose senza poter chiedere aiuto, mentre Samantha riuscirà a bucare il muro di omertà e a denunciare davanti a tutta la classe la situazione di abusi familiari di cui è vittima. Giungerà a prendere questa decisione nel momento in cui la professoressa Marini, che l’ha ospitata in casa per giorni ad insaputa dei suoi genitori per salvarla dalle violenze del patrigno, viene denunciata dallo stesso e allontanata da scuola. Il preside e tutto il consiglio di classe, tranne il collega di biologia, non hanno sostenuto Marianna nelle sue scelte, perché più interessati a preservare il buon nome della scuola e a tenere alto il livello di iscrizioni, che a prendersi a cuore le vicende personali e familiari dei loro allievi.
Lo sceneggiato si conclude con un messaggio di speranza: la supplente Marianna Marini, con un ultimo discorso duro e appassionato ai suoi allievi, li sprona a riappropriarsi attivamente della propria vita e della propria autonomia di pensiero e di azione. Tutti i compagni aiuteranno Samantha a denunciare il patrigno e a riprendere in mano la sua giovane vita.
Fonti
A. Grasso (a cura di), Enciclopedia della Televisione, Milano, Garzanti, 2002, pp. 823-824.