Michele (Moretti) è un giovane studente universitario che vive a Roma e ha rapporti conflittuali con i genitori (Mauri e Rossi). Meno tesa è, invece, la relazione con la sorella Valentina (Ralli), di cui il giovane prende le difese dopo la partecipazione della ragazza all’occupazione della scuola secondaria che frequenta.
Michele ha tre amici: Mirko (Traversa), Vito (Zaccagnini) e Goffredo (Galletti), tutti, come lui, ex sessantottini e disorientati dal tramonto degli entusiasmi della contestazione. Mirko, un ragazzo tormentato da molti dubbi, ospita in casa Olga (Sastri), una giovane afflitta da problemi psichiatrici. Vito è un impiegato statale indolente ed insoddisfatto del proprio lavoro. Goffredo è uno studente universitario poco impegnato. I quattro amici passano il tempo bighellonando in ritrovi tra cinema, trattorie, bar, spiagge. Una mattina, mentre si trovano sul litorale romano, sentono il grido di un rigattiere – “Ecce bombo” – che dà il titolo al film ed esprime, in chiave satirica, la decadenza dei miti della loro generazione. I quattro, nelle loro interazioni annoiate e ripetitive, parlano delle deludenti relazioni amorose e dei rapporti familiari travagliati, a cui danno voce anche dai microfoni di una radio privata.
Michele ha anche una relazione con Silvia (Javicoli), che lavora nel cinema come aiuto regista; pure in questo rapporto, molto complicato, emergono problemi di comunicazione.
Il protagonista e gli amici, stanchi di trascorrere serate noiose e vuote di significato al bar, decidono di organizzare delle riunioni di autocoscienza per ritrovare il senso delle proprie esperienze, ma ne scaturiscono solo inconcludenti dissertazioni.
Michele aiuta due ragazzi liceali nello studio per gli esami di maturità. Poco coinvolto e sdraiato su un letto, segue i discorsi degli studenti, che definiscono priva di significato la poesia greca. Il giovane li accompagna a sostenere il colloquio d’esame. I docenti si presentano informali e disponibili nei confronti degli studenti, tanto che, per metterli a loro agio, sistemano i tavoli e le sedie in modo da essere più vicini a loro. Un candidato presenta una tesina su un poeta contemporaneo, Alvaro Rissa (Gentili), il quale, suscitando l’incredulità della commissione, è presente nella stanza e si siede accanto allo studente parlando in prima persona di sé stesso. Il maturando giudica il governo democristiano come un malgoverno, provocando lo stupore degli esaminatori, e fatica a rispondere alle domande della docente di matematica. Michele allora si alza in piedi e definisce una tortura l’approccio dei professori verso i ragazzi.
Una sera, Michele litiga con il padre e gli dà uno schiaffo. Il genitore decide di lasciare la propria abitazione con la moglie e l’altra figlia.
Ad un ritrovo di fine estate, il gruppo dei quattro amici decide di andare a trovare Olga, tranne Michele che, sempre più annoiato e solo, dice di non voler stare con chi ha problemi. L’invito viene esteso ad altri ragazzi del bar e della zona; ma in realtà solo Michele, contrariamente a quanto aveva dichiarato, giunge da Olga; tutti gli altri si perdono in futili occupazioni.
Fonti
G.P. Brunetta, Storia del cinema italiano, Vol. IV: Dal miracolo economico agli anni Novanta (1960-1993), Roma, Editori Riuniti, 1993, pp. 465-467.
F. De Bernardinis, Nanni Moretti, Milano, Il Castoro, 1995.
E. Mazierska, L. Rascaroli, Il cinema di Nanni Moretti, Gremese, Roma, 2006.
L., L. e M. Morandini, Il Morandini 2020, Dizionario dei film e delle serie televisive, Bologna, Zanichelli, 2019, p. 467.