Il film inizia con una citazione tratta da una poesia di Abbie Hoffman e, mentre lo schermo è ancora nero, passa in rassegna un montaggio audio di trent’anni di esistenza in lotta: l’invasione statunitense del Vietnam, il maggio parigino, il Sessantotto, il brigatismo, la paura nucleare, la caduta del muro di Berlino, le proteste di piazza Tienanmen, il movimento della Pantera e la vittoria dell’Ulivo alle elezioni del 1996.
La scena si apre sul giovane protagonista: Silvio (Muccino), un ragazzo di sedici anni. Compaiono quindi gli amici di Silvio, prima Ponzi (Sanfelice) e poi Lollo (Iuliano), e da subito si è introdotti nel mondo di questi adolescenti. I loro vissuti sono legati alle relazioni amicali e non con i coetanei (interessante l’inciso di spiegazione che mette in relazione i diversi stili di abbigliamento dei ragazzi con i loro corrispondenti stili di vita e di pensiero, a volte con riferimento al quartiere romano di residenza o di frequentazione), alle prime esperienze, reali o immaginate, e ai primi tentativi di approccio con l’altro sesso, alle relazioni intra-familiari con genitori e fratelli e al mondo della scuola. In particolare, rispetto al contesto scolastico, tutte le esperienze vissute dai ragazzi hanno come sfondo comune l’occupazione della scuola frequentata e le contestazioni studentesche contro l’anacronismo del sistema scolastico e la classe insegnante, le regole, l’omologazione dell’individuo e le privatizzazioni. Su questi temi si apre spesso un confronto tra Silvio e suo padre (De Filippo) e sua madre (Galiena), ex Sessantottini che, ormai adulti e genitori, non comprendono più le motivazioni che portano i giovani alla contestazione contro un sistema ritenuto ingiusto e ostacolano la partecipazione di Silvio all’occupazione della scuola.
Se il tema della contestazione studentesca fa da sfondo a tutte le vicende, i temi dell’amicizia, dell’innamoramento e del sesso sono il filo che lega ogni vicenda. Con sfumature differenti, un gruppo di amici e un gruppo di amiche affrontano le medesime questioni: sono presenti riflessioni sulla morte, sulla memoria postuma e sulla verginità. Nello specifico, quando Silvio bacia Valentina (Carmignani), che è la ragazza di un suo amico, si innesca un meccanismo di passaparola tra i vari componenti dei due gruppi che farà emergere non solo i valori, le risorse e i desideri, ma anche le fragilità e le paure caratteristici del loro essere adolescenti.
Alla fine, mentre l’occupazione si risolve attraverso l’intervento della polizia, le questioni tra amici e amiche si chiariscono spontaneamente, con il riconoscimento da parte di Silvio di essere innamorato di Claudia (Steigerwalt), una componente del gruppo delle ragazze, che lui aveva sempre considerato solo un’amica, non accorgendosi che lei era da tempo invaghita di lui. Con lei il ragazzo ha il suo primo rapporto sessuale, tanto immaginato e tanto desiderato.
Fonti
Dizionario del Cinema Italiano, di Roberto Chiti, Enrico Lancia, Roberto Poppi, Roma, Gremese Editore, volume 6, parte 1, 1991, pp. 171-172.
C. Uva, M. Picchi, Destra e sinistra nel cinema italiano. Film e immaginario politico dagli anni ’60 al nuovo millennio, Roma, Edizioni Interculturali, 2006, pp.184-188.
D. E. Viganò, Cari maestri: da Susanne Bier a Gianni Amelio i registi si interrogano sull’importanza dell’educazione, Assisi, Cittadella, 2011, pp. 139-140, 186-187.
M. Fantozzi, Gabriele Muccino il poeta dell’incomunicabilità, Cosenza, Santelli Editore, 2021.
G. Muccino, G. Niola, La vita addosso. Io, il cinema e tutto il resto. Un’autobiografia, Milano, UTET, 2021.