Tratto da una commedia in tre atti di Ladislao Fodor, Esami di maturità mette in scena un’efficace caricatura di diverse tipologie di insegnanti degli anni Trenta del Novecento, alle prese con vivaci studentesse.
In un liceo femminile che guarda le colline di Buda, a ovest del Danubio, l’anno scolastico sta per terminare. Il Professor Baragn (Carnabuci) si appresta ad andare in pensione. Nonostante non ci sia “nulla di più desolante” che “cercare di instillare filosofia nella testa delle ragazze”, egli vive questo passaggio con una certa malinconia. I docenti Ratz (Allegranza) ed Eghedus (Costa) sono del tutto disinteressati a quanto accade a scuola e privi di empatia. Discutono di spese e risparmi, non hanno “tempo per avere delle opinioni personali”, devono pagare l’affitto e mantenere i figli. Il Professor Varias (Verdiani), comprensivo con le ragazze, vive in un mondo particolare, fatto di amore per la botanica e per gli animaletti che porta con sé ovunque a scuola. Richtig (Almirante), docente di matematica detto “Scatola”, è inflessibile e non concede interrogazioni di recupero, nemmeno a Maddalena Barabas (Tagliabue) che lo insegue dappertutto. Emma Wagner (Sini), emancipata e determinata, prepara le sue ragazze alle gare di ginnastica. Anna Mate (Albertini) insegna latino e ha dedicato tutto alla scuola, sacrificando la possibilità di avere una famiglia. Si nutre dell’amore delle sue ragazze, con cui ha un bel rapporto, e della vita che vede fiorire in loro, oltre che del lavoro editoriale che condivide con il preside Stefano Kulciar (Villa) di cui è timidamente innamorata. Il preside insegna storia e le studentesse, “innamorate” di lui, solo “per amor suo” studiano “le cose più inutili e più astruse, le date più inverosimili”. Clotilde Salkai (Riva), l’insegnante piuttosto autoritaria di lettura, non riesce a relazionarsi con le ragazze, alle quali cerca di impartire una rigida disciplina. Non più giovane e poco curata, viene derisa perché sostiene i vestiti con tanti spilli e la sua dentiera fa rumore quando parla.
È lei a trovare nel cestino della classe ottava bis un’“orribile” lettera d’amore e a gridare allo scandalo: durante la gita all’Albero di Norma, sotto la sorveglianza degli insegnanti, sarebbe avvenuto un incontro amoroso. Dalla grafia si risale a Caterina Horvath (Lazzarini), studentessa “irreprensibile” prossima alla maturità e prediletta da Anna Mate, che sarà interrogata dal Consiglio dei Professori. Amori non corrisposti, minacce di provvedimenti disciplinari, equivoci e successivi parziali chiarimenti, anche non intenzionali, porteranno l’indagine, come in un giallo, a un epilogo inatteso.
Terminati gli esami di licenza, tutti lasciano la scuola per le vacanze. Clotilde Salkai grazie a Caterina impara un nuovo modo di relazionarsi con le ragazze, guadagnandone l’amore. Gli ultimi ad andarsene sono Anna e Stefano che, pur avendo la possibilità di cambiare il proprio copione di vita uscendo dal loro “piccolo mondo delimitato”, lo riconfermeranno.
Fonti
L. Fodor, Esami di maturità. Commedia in tre atti, tradotta dall’ungherese da I. Balla e M. De Vellis, Torino, SEI, 1942.
La commedia della settimana. “Esami di maturità” di Ladislao Fodor, «Radiocorriere. Settimanale della radio e della televisione», 40, 9 ottobre 1954, p. 14.
M.L. Compatangelo, La maschera e il video. Tutto il teatro di prosa in televisione dal 1954 al 1998, Collana Rai VQPT n. 168, Roma, RAI-ERI, 1999, p. 80.