Nato il 9 ottobre 1904 a Pettinengo, nel Biellese, Ennio Carando crebbe a Bra. Nel 1930 si laureò in Filosofia all’Università di Torino, dove aveva avuto maestri avversi all’indirizzo idealistico a quel tempo egemone, tra cui Giovanni Vidari ed Erminio Yuvalta. Intraprese la carriera di insegnante di Storia e Filosofia con una supplenza a Torino; nel 1932 passò a Modena, al Liceo pareggiato S. Carlo; vinto il concorso a cattedra nei licei statali, cominciarono le peregrinazioni didattiche: nell’a.s. 1937-1938 a Cuneo, dal 1938 al 1940 a Savona – al Liceo-Ginnasio Gabriello Chiabrera, poi ad Aosta, da ultimo alla Spezia. Carando improntò il magistero didattico sul principio dell’indipendenza intellettuale: nutrito dell’esempio dell’amico Piero Martinetti, che era tra i dodici professori universitari che avevano rifiutato il giuramento di fedeltà al fascismo, egli trattava gli avvenimenti storici e i sistemi filosofici senza accondiscendere all’indottrinamento littorio, così da abituare i suoi allievi a ragionare da sé; il suo insegnamento stimolava la gioventù a scuotersi dal conformismo e a sottoporre il regime a esame critico. Alla Spezia, ultima sua sede di insegnamento, prese parte alla Resistenza. Nel 1944 proseguì la lotta partigiana in Piemonte, dove divenne ispettore delle divisioni Garibaldi del Cuneese. Catturato insieme al fratello Ettore durante un rastrellamento antipartigiano, fu fucilato il 5 febbraio 1945 a Villafranca Piemonte.
- V.E. Alfieri, In memoria di Ennio Carando e a celebrazione della Resistenza, Savona, s.n., [1965]
- E. Pacchioni, Ricordo di Ennio Carando, «Rassegna annuale dell’Istituto Storico della Resistenza della Provincia di Modena», a. 7, n. 7, 1966, pp. 43-45