Antonio Giuriolo nacque il 12 febbraio 1912 ad Arzignano, nel Vicentino. Compì gli studi secondari al Ginnasio-Liceo Antonio Pigafetta di Vicenza. Spirito anticonformista, per due volte in terza liceo non volle svolgere un tema sulla figura del Duce. Laureatosi in Lettere all’Università di Padova nel 1935, visse di lezioni private: il rifiuto di prendere la tessera del Partito Nazionale Fascista gli costò infatti l’esclusione dall’insegnamento pubblico. Nella sua formazione antifascista fu fondamentale l’affermazione crociana della religione della libertà contro ogni forma di autoritarismo. Assiduo frequentatore della Biblioteca Civica Bertoliana di Vicenza, vi tessé le prime maglie di una rete cospirativa; la voce di questo «educatore senza cattedra» – come lo definì Norberto Bobbio – era per i giovani che si raggrupparono attorno a lui un baluardo contro l’omologazione culturale fascista. Fortemente influenzato dal socialismo liberale di Carlo Rosselli, propugnò la costruzione di una società nuova, in cui le ineliminabili esigenze della libertà si conciliassero con quelle della giustizia sociale. Dopo l’8 settembre 1943 militò nella Resistenza; alla guida della Brigata Matteotti Montagna, Capitan Toni – questo era il suo nome partigiano – morì all’età di trentadue anni il 12 dicembre 1944 trafitto da una pallottola tedesca a Corona, fraz. di Lizzano in Belvedere, nell’Appennino bolognese.
- In Biblioteca Bertoliana una lapide ricorderà la figura e l’esempio di Giuriolo, «Giornale di Vicenza», a. IV, n. 228, 28 settembre 1948, p. 2
- R. Camurri, Il socialismo eretico di un intellettuale di frontiera, in Id. (a cura di), Pensare la libertà. I quaderni di Antonio Giuriolo, Venezia, Marsilio, 2016, pp. 1-187