Roma non è solo monumenti e politica, e Pasolini, giunto nella capitale dal Friuli, lo sa: decide perciò di raccontare le borgate, ovvero i margini, le periferie come provincia, terreno di ricerca e antropologia. I protagonisti di Una vita violenta, tra i quali Tommaso, sono autori di furti e delinquenze, ma le loro azioni sono senza giudizio: strappano a “Mamma Roma” pezzi che altri lasciano come briciole, sono “i ragazzi di vita” del dopoguerra. La scuola emerge nella sua assenza, come luogo del fuori, trampolino su quella non facile vita: «Decine di fijí de ‘na mignotta, da quando la borgata era stata fondata, s’erano segnati sui banchi i nomi loro e quelli dei loro compagni, con davanti viva o abbasso e un mucchio d’altri sfondoni, cosí che non ci restava un’inticchia di legno sana» (p. 24).
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Roma TrE-Press - In collaborazione con il Museo della Scuola e dell’Educazione “Mauro Laeng” (MuSEd)
Luogo di pubblicazione:
Piazza della Repubblica, n. 10, 00185, Roma (Italia)
Codice ISSN:
2785-4485
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