Fonte: L. Lualdi-G. Rizzoni (a cura di), Ottocento. Catalogo dell'arte italiana Ottocento e Primo Novecento, n.41, Milano, Metamorfosi, 2012, p.463 ill.
Ettore Tito, pittore molto apprezzato e riconosciuto in vita dalla critica e dal grande pubblico per le sue opere realistiche di temi religiosi e mitologici, è noto anche per dipinti raffiguranti la vita quotidiana e popolare della Venezia di primo Novecento. Fu definito da Roberto Longhi «un Paolo Veronese con la Kodak» (Roberto Longhi, Scritti giovanili: 1912-1922, Sansoni, Firenze, 1961, p.440). In quest’opera, infatti, si può notare come l’artista sia stato capace di catturare un momento allegro della quotidianità educativa, reso attraverso rapide pennellate che sanno restituire poeticità e tenerezza.
Cinque bambini di età diverse, seduti a terra o su bassi sgabelli, ascoltano con attenzione una giovane donna che legge loro qualcosa. A terra si intravedono altri libri aperti. Lo scenario è forse quello di un interno casalingo, di cui si possono notare sullo sfondo lacere pareti dagli intonaci cadenti. I bambini sono diversamente abbigliati: la “maestrina” che legge indossa gonna e giacca colorate, apparentemente eleganti, mentre i bambini sono scalzi e con abiti dimessi.
Questi ultimi, ritratti delle diverse pose d’ascolto, seguono con attenzione la lettura ad alta voce. Particolarmente catturato dalla narrazione appare lo sguardo vivace della piccola bambina con un fiocco in testa al centro della scena: con una semplice tunica e un grappolo d’uva in mano, si mostra assorta e concentrata.
Fonti bibliografiche:
A. Enrico, F.L. Maspes, Ettore Tito. Catalogo Ragionato delle opere, Treviso, Antiga edizioni, 2020.