I protagonisti del film sono tre fratelli appartenenti alla casata dei Gordini-Malvezzi, famiglia benestante e di nobile lignaggio: Elena (Tattoli), donna dai comportamenti disinibiti, Camillo (Aprà), diciassettenne comunista maoista, e Vittorio (Mauri), professore di scuola secondaria con velleità politiche. A quest’ultimo, che ha transitato attraverso tutti i partiti politici di centro-sinistra, viene proposto di presentarsi nelle liste del Partito Socialista per le elezioni del Consiglio Comunale e Provinciale, promettendogli anche l’assessorato alla Pubblica Istruzione. Nella lista socialista manca, infatti, un professore laureato che catalizzi il voto dei moderati. Vittorio appare un docente assente e poco interessato ai propri studenti come dimostra l’unica scena ambientata a scuola, dove l’uomo approfitta del compito in classe assegnato agli alunni per leggere il giornale che contiene un articolo intitolato Gordini-Malvezzi. Un miliardario candidato socialista!. Cercando di mascherare il proprio maggior interesse per la sua futura carriera politica rispetto a quella attuale, Vittorio esce dall’aula per andare in bagno a leggere con agio l’articolo lanciando agli studenti la frase: “Sapete che a me non piace farmi sostituire dal bidello perché voglio credere al vostro senso di responsabilità”. L’aula, che accoglie una classe mista di cui non sappiamo nulla di più, è caratterizzata da cartelloni didattici, un crocifisso, una lavagna girevole e una cattedra sopraelevata su predella.
La campagna elettorale di Vittorio si scontra con le idee maoiste di Camillo che, nonostante le sue utopie rivoluzionarie, studia in un collegio per giovani benestanti gestito da preti e che vive – di fatto – una doppia vita. Da un lato attivista delle frange estreme della sinistra extraparlamentare, dall’altro collegiale che assiste il celebrante durante la messa, porta la cena a un anziano sacerdote allettato, accompagna gli studenti più piccoli al pianoforte sulle note di una canzone religiosa. Il collegio viene descritto nel film secondo gli stereotipi di un ordine solo apparente e di una velata corruttibilità di chi vi lavora all’interno.
Il film si conclude con Vittorio che, vittima di un raggiro, sposa Giovanna (Surina), la giovane cameriera di casa Gordini, che pensa aspetti un bambino da lui, e con Elena che – impedita nell’abortire da Camillo – sposa il ragionier Carini (Graziosi), segretario di Vittorio, padre del bambino ed ex amante di Giovanna. Camillo, invece, rovina il comizio finale di Vittorio sguinzagliando nel teatro un gatto e dei cani e creando un parapiglia.
Da alcuni dettagli (es. la lettura de Il Resto del Carlino) e dall’accento dei personaggi si deduce che la vicenda si svolge in Emilia-Romagna. Il film è girato a Imola, così come in tale città si trova il Collegio di Santa Caterina in cui sono stati girati gli interni collegiali.
Fonti
E. Emanuelli, La Cina è vicina, Milano, Mondadori, 1957.
T. Chiaretti (a cura di), La Cina è vicina di Marco Bellocchio, Bologna, Cappelli, 1967.
A. Aprà, E. De Gregorio, La Cina è vicina, «Cinema & Film», 4, 1967, pp. 457-460.