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I corazzieri di Gronchi. Memorie d'infanzia

Editore:
Dipartimento di Formazione, Lingue, Intercultura, Letteratura e Psicologia dell'Università degli Studi di Firenze
Luogo di pubblicazione:
Via Laura, n. 48, 50121, Firenze (Italia)
Codice ISSN:
2785-440X
Autore della scheda:
DOI:
10.53221/184
Scheda compilata da:
Chiara Martinelli
Pubblicato il:
26/10/2021
Nome e cognome dell'intervistatore:
Francesca Tabarrani
Nome e cognome dell'intervistato:
Roberto Tabarrani
Anno di nascita dell'intervistato:
1951
Categoria dell'intervistato:
Studente
Livello scolastico:
Scuola dell'infanzia
Scuola primaria
Istruzione tecnica
Regione:
Toscana

Indicizzazione e descrizione semantica

Identificatori cronologici:
1950s 1960s
Identificatori di nome:
Giovanni Gronchi

L’intervista, dalla durata di 1:44:29 minuti (link: https://youtu.be/CMR_CMDE6DM), si focalizza sulle memorie scolastiche di Roberto Tabarrani. Nato a Camaiore nel 1951, ha lavorato come operaio in una fabbrica di giocattoli, come muratore e come barista; il padre lavorava come operaio, la madre, invece, era una sarta.

L’intervistato ha frequentato le istituzioni scolastiche dal 1957, quando è stato iscritto in prima elementare, al 1970, anno in cui ha conseguito la maturità di istituto tecnico industriale. Successivamente ha provato, con scarso successo, a frequentare i corsi di Ingegneria civile all’Università. Ha vissuto quindi il passaggio dalla scuola degli anni Cinquanta alla contestazione studentesca, scoppiata quando stava studiando alle superiori e a cui non aderì in quanto reputava i leader studenteschi troppo radicali e inclini alla violenza (Galfré 2019). Non ha frequentato la scuola materna in quanto è cresciuto con i nonni, che abitavano poco distanti da casa sua. Della scuola elementare ricorda con nitidezza il primo giorno di lezioni, costellato dai pianti dei suoi compagni di classe, che, rincorsi dal maestro, cercavano di fuggire e di tornare a casa. La scuola, che raccoglieva tutti gli alunni che abitavano a Camaiore, era stata costruita in età fascista, come dimostrava la planimetria a forma di lettera “M”; era divisa in due ali, una maschile, l’altra femminile. Nella scuola non era presente la palestra: gli esercizi di educazione fisica venivano perciò eseguiti nell’atrio. Conserva un buon ricordo del suo maestro, amico di famiglia nonché vicesindaco democristiano di Camaiore: lo descrive come una persona realista, consapevole, a causa della sua prigionia in Kenya durante la seconda guerra mondiale, delle durezze della vita (de Giorgi 2016, 35-45). Era una persona severa, che non esitava a bacchettare chi disturbasse la lezione; il clima del resto, secondo l’intervistato, era agitato in quanto la classe era molto numerosa (circa 35-40 bambini) e vivace. Ricorda, ad esempio, le mattinate passate a farsi i dispetti con i compagni seduti davanti e dietro: lo scherzo più diffuso era quello di pungere la schiena del compagno seduto davanti con il pennino. Molte erano le bocciature a fine anno.

La didattica era tradizionale, imperniata su quelle che ricorda come continue ed estenuanti ripetizioni mnemoniche di aritmetica, grammatica, geografia. L’ultimo quarto d’ora era però dedicato alla lettura di un classico scelto dal maestro: in questo modo, alle elementari ebbe modo di leggere e conoscere, oltre a “Cuore” e “Pinocchio”, volumi più impegnativi come il romanzo storico “Ivanhoe” o “Robin Hood”. Da quest’abitudine, conclude, ha tratto il suo amore per la lettura. Le lezioni erano  intervallate da visite in campagna, in occasione della vendemmia, o da scampagnate lungo il fiume durante le quali gli alunni studiavano la flora e la fauna di quei luoghi (d'Ascenzo 2020, 189-210). Una volta ogni due settimane la classe era visitata dal curato, ma, sostiene l’intervistato, la sua presenza sembrava più una visita di cortesia fatta al maestro che un intervento didattico vero e proprio. Più strutturato era l’insegnamento della religione alle scuole medie, dove vi era un docente con uno specifico programma. Nelle scuole medie, inoltre, vi era una palestra specificatamente adibita agli esercizi di educazione fisica. 

Impressa nella sua memoria è rimasta la visita del presidente della Repubblica Giovanni Gronchi a Camaiore. Le scuole cittadine, infatti, disposero gli alunni ai lati della strada e regalarono loro delle bandierine della Repubblica per salutare il Presidente. A colpirlo particolarmente furono i corazzieri in moto, a causa della loro statura.

Dopo la conclusione della scuola media, Tabarrani si iscrisse all’Istituto tecnico industriale “Giorgi” di Lucca, che frequentò per il primo biennio; nel triennio successivo, desiderando proseguire con l’indirizzo di fisica industriale, si trasferì all’Istituto tecnico di Pisa. Se è positivo il ricordo degli insegnanti delle elementari e delle medie, più problematico fu il rapporto con gli insegnanti delle superiori. La maggior parte, infatti, erano ingegneri che lavoravano come professionisti nel tempo extrascolastico e che, per questo motivo, consideravano la scuola alla stregua di un impiego sicuro a cui, tuttavia, dedicare il minor impegno possibile. L’unico insegnante che ricorda con stima e affetto è Michele Luzzati, docente di italiano e storia che tuttavia li lasciò in quanto chiamato come ricercatore all’Università di Pisa.

In conclusione, Tabarrani sostiene che la sua esperienza scolastica, pur non essendo stata rilevante ai fini del suo accidentato percorso lavorativo, ha ricoperto comunque una rilevanza importante dal punto di vista umano.

Fonti

Fonti bibliografiche:

G. Bandini, S. Oliviero, Public History of Education: riflessioni, testimonianze, esperienze, Firenze, Firenze University Press, 2019.

L. Bravi, La televisione educativa in Italia. Un percorso di storia sociale dell'educazione, Roma, Anicia, 2021.

M. D'Ascenzo, Maestri, maestre e didattica nelle scuole all'aperto, quale professionalità?, in M. Ferrari e M. Morandi (a cura di), Maestri e pratiche educative dall'Ottocento a oggi, Brescia, Scholé, 2020, pp. 189-210.

M. Galfrè, La scuola è il nostro Vietnam. Il '68 e l'istruzione secondaria, Roma, Carocci, 2019.

S. Oliviero, La scuola media unica: un accidentato iter legislativo, Firenze, CET, 2007.

 

Fonti normative

Legge 5 giugno 1990, n. 148, Riforma dell'ordinamento della scuola elementare. (GU Serie Generale n.138 del 15-06-1990), permalink: www.gazzettaufficiale.it/eli/id/1990/06/15/090G0183/sg.

LEGGE 28 marzo 2003, n. 53, Delega al Governo per la definizione delle norme generali sull'istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e formazione professionale. (GU Serie Generale n.77 del 02-04-2003), permalink: www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2003/04/02/003G0065/sg

 

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