Il diario ripercorre la carriera dell’autrice dal suo primo anno di insegnamento nel 1937-38 fino al 1963. Il racconto ricostruisce la vita di insegnante pluriclasse in Alto-Adige restituendo da un lato le difficoltà del periodo bellico e dall’altro il tema dell’identità altoatesina e dei conflitti legati alle differenti appartenenze linguistiche e culturali. È supplente nelle scuole gestite dall’Opera nazionale di assistenza all'infanzia delle regioni di confine (ONAIRC), poi a Luson dove tutti parlano in tedesco e «compresi che non ero molto gradita perché italiana» (p. 66). Viene mandata alla scuola di Perca-Villa di Sotto e l’anno successivo a S. Virgilio di Marebbe ma «insegnare in Alto Adige era sentirsi in terra straniera» (p. 127). Dopo la guerra viene assegnata a Castello e infine nel 1948-49 trasferita a Baitoni. Il racconto si dirada fino al 1963 e si conclude con un ricordo del 1957 quando viene invitata a contribuire alle lezioni di radio-scuola promosse dalla RAI.
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Roma TrE-Press - In collaborazione con il Museo della Scuola e dell’Educazione “Mauro Laeng” (MuSEd)
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2785-5007
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