Il romanzo, ambientato negli anni Cinquanta del secolo scorso, narra una storia vera, di cui la Romano fu testimone, avvenuta a Milano, in una scuola media femminile, la “Costanza Arconati”, dove la stessa scrittrice insegnò. La «coscienza» è quella della scrittrice coinvolta in un «caso» (p. 8) che la costrinse, contro la sua abituale natura, a prendere posizione, a schierarsi dalla parte di una collega di scuola, la professoressa Mimma Capodieci, considerata eretica e incriminata dalla magistratura perché come seguace dei Testimoni di Cristo si era opposta a una trasfusione di sangue prescritta per suo figlio.
La preside della scuola invita la scrittrice a convincere la professoressa incriminata a presentare le sue dimissioni, dopo essere stata isolata e processata da tutti i colleghi per le sue convinzioni religiose.
Non solo però la Romano si oppone al linciaggio pubblico, ma recherà la sua testimonianza davanti alla magistratura in favore della Capodieci consentendole di riavere anche la custodia dei figli, che nel frattempo, per ragioni cautelari, le erano stati sottratti.