Il romanzo, ambientato a Roma durante la Seconda Guerra Mondiale e nell’immediato dopoguerra, presenta la vicenda di Ida Ramundo, detta Idduzza. Trasferitasi a Roma dalla Calabria dopo il matrimonio con Alfio Mancuso, diviene maestra, come entrambi i suoi genitori. La madre ebrea aveva nascosto questa sua identità e fatto battezzare la figlia per proteggerla. Già da piccola Idduzza era stata una bambina diligente e amante dello studio. Molto timida, era anche affetta, tuttavia, da turbe psichiche che alludevano all’isteria. Il trasferimento a Roma avviene in anni davvero drammatici, dominati dalla dittatura fascista. A Roma, dunque, «Ida iniziò la sua carriera di maestra, che doveva concludersi dopo quasi venticinque anni […]. trovò posto in una scuola non del suo quartiere […] San Lorenzo, ma assai distante, verso la Garbatella […]. Per tutta la strada, il cuore le sbatteva di spavento, fra la folla estranea dei tram, che la schiacciava e la spingeva, in una lotta dove lei sempre cedeva e restava indietro. Ma all’entrare in classe, già subito quel puzzo speciale di bambini sporchi, di moccio e di pidocchi, la racconsolava con la sua dolcezza fraterna, inerme e riparata dalle violenze adulte» (pp. 37-38). Rimasta sola, dopo la morte dei genitori e del marito, nel 1941 fu oggetto di uno stupro da parte di un giovane militare del Reich nella Roma occupata dai tedeschi. Ne nascerà un figlio. Successivamente, travolta dalle vicende della vita – la morte dei due figli, le violenze dell’occupazione nazista a Roma –, terminerà la sua vita in un manicomio.
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Roma TrE-Press - In collaborazione con il Museo della Scuola e dell’Educazione “Mauro Laeng” (MuSEd)
Luogo di pubblicazione:
Piazza della Repubblica, n. 10, 00185, Roma (Italia)
Codice ISSN:
2785-4485
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