Pontedera, 1970. Mirco (Capriotti) ha dieci anni e vive con i genitori (Colombari e Gentili) in provincia di Pisa. Un giorno, maneggiando di nascosto il fucile del padre, fa partire per errore un colpo che gli procura severi danni alla vista. L’ineluttabile cecità a cui è destinato causa il suo allontanamento dalla scuola elementare a cui era iscritto. Viene così trasferito a Genova, dove è accolto presso l’Istituto dei ciechi “Cassoni”.
Governato da un rigoroso direttore non vedente (Mozzato) e da personale religioso altrettanto inflessibile, l’Istituto si caratterizza per una proposta formativa volta a preparare i bambini al loro futuro reinserimento nella società come uomini autonomi e produttivi. A tal fine, l’acquisizione del sistema Braille risulta essere un canale essenziale per l’accesso ai contenuti dell’apprendimento, così come fondamentali sono i numerosi sussidi tattili presenti nella classe di Mirco. Grazie alla frequenza di laboratori professionali interni alla struttura, gli scolari vengono poi avviati ad alcuni mestieri (come quello di tessitore, impagliatore di sedie e centralinista), ritenuti compatibili con la loro disabilità. Inoltre, l’Istituto insiste sull’acquisizione da parte dei bambini del senso dell’ordine e della disciplina, anche tramite un indottrinamento religioso che pretende da loro un’adesione puramente meccanica.
Mirco fatica a adattarsi alla sua nuova quotidianità, sia per la lontananza da casa sia per la mancata accettazione della cecità. Seppur disinteressato alla didattica, è proprio un compito affidato da don Giulio (Sassanelli) alla classe a scuoterlo dalla sua inerzia. Utilizzando un vecchio registratore a bobine, Mirco inizia ad archiviare alcuni suoni che lo circondano, capendo che essi possono richiamare nella mente di chi li ascolta elementi non per forza percepiti visivamente. Nonostante la contrarietà del direttore e grazie invece all’appoggio di don Giulio, il bambino riesce a proseguire con le registrazioni, coinvolgendo nell’avventura sonora prima gli amici Francesca (Maturanza) e Felice (Gullì), poi altri compagni di classe.
Sulla scia dell’entusiasmo scatenato dal progetto, gli amici cercano ulteriori modi per evadere dalla monotonia dell’Istituto, andando difatti al cinema di nascosto. In breve tempo, però, il direttore si accorge delle attività clandestine dei bambini, decidendo così di espellere Mirco, ritenuto l’istigatore dei compagni. L’evento scatena la reazione di don Giulio, il quale accusa il direttore di bigottismo e di adottare uno stile educativo anacronistico, oltre che alienante rispetto ai desideri e ai bisogni di ogni bambino. Nella vicenda interviene anche Ettore (Cocci), amico di Mirco e Francesca nonché ex allievo del “Cassoni”, il quale insieme alla rappresentanza operaia dell’acciaieria in cui lavora mette in piedi una protesta davanti al cancello della struttura, chiedendo la riammissione del bambino e l’abbandono di consuetudini educative inadeguate e autoritarie. La messa in scena di uno spettacolo totalmente progettato dai bambini attraverso l’uso dei registratori a bobine sancisce infine la chiusura di un’epoca per l’Istituto, lasciando intuire che da quel momento il percorso formativo dei minori ciechi non si sarebbe più realizzato all’interno del collegio, ma nella scuola pubblica.
Il film è stato distribuito anche al di fuori dell’Italia (Germania, Francia, Messico, Giappone, Brasile, etc.). Ispirato alla storia di Mirco Mencacci, rinomato montatore del suono del cinema italiano, rimanda anche alle dure accuse che nel 1971 furono rivolte all’Istituto dei ciechi “David Chiossone” di Genova. La protesta partì dai convittori, che lamentarono il profilo altamente autoritario e segregante della struttura.
Fonti
M. Lanfranco, S. Neonato (a cura di), Lotte da orbi. 1971: una rivolta, Genova, Erga, 1996.
C.Z. Baruffi, Il cinema tra percorsi educativi e sentieri formativi, Padova, Libreriauniversitaria.it edizioni, 2011, pp. 141-143.
Il Morandini: dizionario dei film e delle serie televisive, di Laura, Luisa e Morando Morandini, Bologna, Zanichelli, 2021, p. 1325.