Il documentario ricostruisce, con una serie di immagini d’epoca inframmezzate ad immagini girate nel 2007, la vicenda della Scuola 725 aperta da don Roberto Sardelli dal 1968 al 1973 presso la baraccopoli sorta nell’area dell’Acquedotto Felice di Roma. Si trattò di un’iniziativa volta alla formazione e al recupero di bambini e ragazzi di quella zona periferica, intrapresa da un giovane prete ritenuto “scomodo” dalle alte gerarchie ecclesiastiche.
Sulla scia dell’insegnamento di don Lorenzo Milani, che aveva avuto modo di conoscere e di frequentare, don Sardelli dedicò il suo apostolato agli “ultimi” delle baracche e fece di tutto per garantire loro un’istruzione e un’educazione in grado di condurli a prendere coscienza dello stato di miseria e di subalternità in cui si trovavano.
Come descritto nella testimonianza orale dall’ex allievo Valentino, oggi impresario edile, la Scuola 725 era collocata in una baracca disadorna che apriva i battenti alle 15.30 e prevedeva, dopo lo svolgimento dei compiti assegnati dalla scuola elementare statale, una serie di attività formative pensate per lo sviluppo della coscienza personale e l’emancipazione sociale.
Le pareti erano coperte dai cartelloni prodotti dai ragazzi e da alcuni scaffali con libri a loro disposizione; al centro della baracca vi erano due grandi tavoli con panche per la realizzazione delle varie proposte. Don Sardelli incentivò, particolarmente, la lettura dei quotidiani, la lettura di libri di attualità, la visione e il commento del telegiornale, lo svolgimento di temi sulla propria condizione di vita, la preparazione di cartelloni. Molti dei bambini e delle bambine che frequentavano la Scuola 725 erano collocati nelle classi differenziali della scuola elementare del quartiere, con un alto rischio di abbandono scolastico. Per combattere questa piaga, don Sardelli decise di coinvolgere nelle sue attività alcuni adolescenti della parrocchia, in un’esperienza di mutuo insegnamento nei confronti dei più piccoli e sfortunati.
Fra gli episodi rievocati dal documentario, vi sono quelli relativi all’opera di scrittura collettiva di una Lettera al sindaco (1970), in cui venne denunciato al primo cittadino di Roma lo stato di abbandono dei «baraccati» dell’Acquedotto Felice, e la stesura del manuale Non tacere (1971), frutto del lavoro narrativo e grafico realizzato dai bambini della Scuola 725.
Il documentario si chiude con immagini riferite al progetto di don Sardelli di scrivere con alcuni dei suoi ex allievi della Scuola 725, ormai diventati adulti, una nuova lettera al sindaco di Roma, dal titolo Per continuare a Non Tacere. Contributo per un rinnovato governo della città (2007). A riprova della validità di un’azione educativa intrapresa decenni prima.
Il documentario è stato presentato come evento speciale al Festival Internazionale del film di Roma (III ediz. 2008), nella sezione “L’altro cinema/extra-cineclub”.
Fonti
R. Sardelli, Vita di borgata. Storia di una nuova umanità tra le baracche dell’Acquedotto Felice a Roma, Calimera, Kurumuny, 2014.
R. Sardelli, M. Fiorucci, Dalla parte degli ultimi. Una scuola popolare tra le baracche di Roma, Roma, Donzelli, 2020.