Il documentario è stato girato presso due scuole professionali di Voghera e Pavia di proprietà dell’impresa Edisonvolta, che mise a disposizione del giovane impiegato Ermanno Olmi dapprima una cinepresa 16 mm e poi una Arriflex 35 mm, con le quali, tra il 1953 e il 1963, egli diresse diciotto cortometraggi e un mediometraggio appartenenti al genere del cinema industriale.
“Michelino 1^ B” racconta di Michelino Cubia (Beretta), il quale, al termine della scuola elementare, lascia per qualche giorno il paese nativo, presumibilmente Portovenere, per svolgere a Milano gli esami di ammissione, compresi quelli psicotecnici, a una scuola professionale che forma futuri elettricisti. Rientrato a casa, trascorre i mesi estivi con il suo amico d’infanzia, Nino (Pandocchi), avviato però verso una strada molto diversa dalla sua, essendo destinato a diventare pescatore come il padre.
Superate le prove di accesso e ottenuta una borsa di studio, in autunno Michelino inizia la nuova scuola. Di questo corso di studi vengono presentate varie situazioni proposte agli studenti (tutti maschi), come le dimostrazioni laboratoriali e la costruzione di manufatti tecnici, ma anche i momenti di svago e spensieratezza trascorsi all’aperto giocando a calcio o con la neve. Annesso all’istituto vi è anche un convitto, dotato di camere da letto, bagni, mensa e spazi per le attività ricreative. Il clima del convitto, al pari di quello scolastico, è dipinto come gioviale e sereno, contraddistinto da una familiarità che consente a ogni alunno un felice ambientamento.
Nella prima classe frequentata da Michelino le lezioni teoriche si alternano a quelle laboratoriali. Se durante le prime gli allievi sono solitamente seduti ai banchi intenti ad ascoltare l’insegnante che spiega alla lavagna o alla cattedra, nelle seconde, invece, dedicate, ad esempio, alla lavorazione del legno o del ferro, ma anche al disegno geometrico e all’esercizio dell’occhio, il docente utilizza strumenti tecnici per realizzare un prodotto o un’attività che gli studenti sono chiamati a riprodurre. Dunque, il lavoro svolto in aula a livello teorico trova sempre un rimando pratico nel laboratorio, a dimostrazione di una fruttuosa sinergia fra essi.
Una questione rilevante e ricorrente durante l’intero documentario, inoltre, è il continuo riferimento alla passione di Michelino: il mare. La professione di elettricista viene collegata all’ambiente marino in più scene: mentre Michelino costruisce una barchetta con il filo di ferro, nel momento in cui vengono mostrati i fari che guidano le navi e che funzionano grazie all’elettricità, quando si paragona il lavoro su un quadro elettrico con quello di un capitano di una nave nella sua cabina di comando. Il tentativo sembra essere quello di sottolineare come all’interno della scuola la didattica sia ricondotta agli interessi di ogni allievo, favorendo così un apprendimento più efficace e proficuo. Ciò si connette alla evidente volontà insita nell’audiovisivo di promuovere e decantare la scuola e il convitto in esso presentati e, di riflesso, di elogiare l’opera industriale della Edison.
Nelle ultime scene, in una sorta di “documentario nel documentario”, si succedono fino a ottanta inquadrature nelle quali la voce esterna di un professore che si rivolge a Michelino rivela le successive tappe formative che attendono il bambino nei complessivi quattro anni di scuola e che prepareranno lui e i suoi compagni a divenire “operai onesti, capaci e disciplinati” e “amici dell’elettricità”. Tappe caratterizzate da un maggiore livello di specializzazione e implicanti il confronto con pratiche sempre più sofisticate. Gli studenti giungeranno infine a mettersi alla prova in contesti reali, in cui lavoreranno con veri macchinari e svolgeranno un periodo di tirocinio al fianco di operai qualificati.
Fonti
A. Aprà (a cura di), Ermanno Olmi. Il cinema, i film, la televisione, la scuola, Venezia, Marsilio, 2003, pp. 124-125 e 329-330.
L. Mazzei, I documentari industriali di Ermanno Olmi, in S. Bernardi (a cura di), Storia del cinema italiano. Vol. IX: 1954-1959, Venezia-Roma, Marsilio-Edizioni Bianco e Nero, 2004, pp. 282-288.
D. Padoan, Ermanno Olmi. Il sentimento della realtà. Libro intervista, Milano, Editrice San Raffaele, 2008, pp. 63-65.
P. Bonifazio, Schooling in Modernity. The politics of sponsored films in postwar Italy, Toronto-Buffalo-London, University of Toronto Press, 2014, pp. 70-72.
J. Carter, Coming of age in Milano: Ermanno Olmi from sponsored cinema to feature filmmaking, «Journal of Italian Cinema & Media Studies», 3, 2021, pp. 411-428.