Ambientato nel 1892 a Torino, il film narra l’innamoramento dell’ex seminarista Simone Celzani (Capolicchio) per la giovane maestra di origini bresciane Maria Pedani (Berger).
Simone, che vive con lo zio commendatore (Faà di Bruno) di cui è segretario e amministratore immobiliare, cerca di conquistare goffamente l’insegnante, che, però, è completamente assorbita dalla sua passione per la ginnastica, tanto da farne la sua unica ragione di vita. A scuola, con articoli sulla stampa specialistica e all’interno dell’associazionismo femminile, la Pedani si batte per difendere il valore pedagogico ed igienico dell’educazione fisica e per contrastare alcune convenzioni sociali, come il busto e l’ingombrante vestiario per le ragazze.
L’insegnante tiene per i suoi colleghi dei corsi di ginnastica che, considerati una semplice formalità dal direttore della scuola (Cleri), sono imposti dal Ministero ai maestri in servizio. Essi vi partecipano malvolentieri perché considerano gli esercizi un ostacolo alla diffusione dell’alfabeto, condividendo la posizione del maestro Berti, un docente plurititolato che ha promosso una petizione contro quei percorsi formativi magistrali.
Lo stesso Berti organizza lezioni serali per adulti analfabeti, ai quali chiede di poter collaborare la coinquilina della Pedani, la maestra Elena Zibelli (Asti) che, alla ricerca di una propria autoaffermazione personale, tenta di distinguersi dall’amica.
Mentre la Zibelli è costretta ad abbandonare questa esperienza perché fatta oggetto di attenzioni indecenti da parte di un allievo, la Pedani continua nella sua opera di promozione dell’educazione fisica, organizzando un saggio ginnico con le sue scolare. Le famiglie, però, ritengono indecoroso quello spettacolo ed esprimono pubblicamente il loro dissenso, che viene enfatizzato da un giornale cittadino.
La Pedani diventa un bersaglio sempre più diretto dei suoi conoscenti, che si scandalizzano perché utilizza la bicicletta e per l’ascendente che esercita su Simone. Egli, infatti, per ingraziarsi la maestra, si iscrive in palestra e dimostra di interessarsi ai dibattiti sulla ginnastica. Arriva addirittura ad accettare la sfida di un duello con Alfredo Ginoni (Lev), che aveva cercato di sedurre la sua amata.
Intanto, la Pedani riceve la visita del ministro della pubblica istruzione che, dopo aver assistito ad una sua lezione, la invita a tenere una relazione sull’educazione fisica in occasione dell’imminente congresso pedagogico di Torino. In quell’assise, tra gli applausi di alcune giovani maestre e le critiche dei suoi colleghi, la Pedani esprime le proprie idee intorno ai vantaggi fisici e morali della ginnastica, indicando nella nuova disciplina un vero e proprio segnacolo di progresso civile. Quando Simone, ormai privo di speranze, sembra deciso ad abbandonare Torino, giunge inaspettato il lieto fine.
Il film restaurato è stato proiettato alle Universiadi di Torino del 2007
Fonti
E. De Amicis, Amore e ginnastica, in Id., Fra scuola e casa. Bozzetti e racconti, Milano, Treves, 1892, pp. 135-276.
P. Mereghetti (a cura di), Dizionario dei film, Milano, Baldini & Castoldi, 1995, p. 79.
R. Ubbidiente, L’Officina del poeta. Studi su Edmondo De Amicis, Berlin, Frank & Timme, 2013, pp. 272-276.